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Disturbi nel sonno dei bambini

Dott.ssa Valentina Tarantino

Psicologa

L'accudimento e la cura del bambino rivestono un ruolo importante durante tutto il ciclo evolutivo, ma in particolar modo nelle prime fasi di vita del bambino. La figura genitoriale può assumere un duplice significato. Se da un lato costituisce una fonte di soddisfazione e rassicurazione, allo stesso tempo è possibile che segnali di disagio del bambino possano determinare ansie e preoccupazioni nei genitori.

Il sonno, soprattutto durante le prime fasi di vita, rappresenta un aspetto fondamentale dell'accudimento e della cura del bambino in quanto le regolazioni degli stati di sonno e di veglia dipendono sia dalle caratteristiche temperamentali del bambino, ma allo stesso tempo dalla capacità dei genitori di riconoscere e rispondere adeguatamente ai segnali del bambino.

Accanto a meccanismi omeostatici fisiologici, tra cui la fame, la sete e il dolore, il bambino è fin dall'inizio molto sensibile a processi emotivi, affettivi e sociali dell'ambiente circostante. Studi dimostrano che una buona regolazione dei processi del sonno è determinata da scambi interattivi regolari con la madre, prevedibili e coerenti in quanto creano un sistema di aspettative condivise che il bambino giunge a riconoscere, ricordare e attendere che gli permetteranno di sviluppare un senso di fiducia e sicurezza sul quale organizzare la propria esperienza.

Con il trascorrere dei mesi le ripetute interazioni tra in bambino e la madre aiuteranno il bambino a sviluppare meccanismi autoregolativi in risposta ai suoi segnali interni biologici.

I disturbi del sonno possono essere determinati da una mancanza di responsività contingente tra il bambino e la madre. E' necessario però considerare che la regolazione e l'organizzazione temporale del sonno è legata alla maturazione del sistema nervoso del bambino e che la progressiva regolarizzazione è connessa alla stimolazione cognitiva e all'interazione sociale e affettiva che riceve dall'ambiente.

I problemi del sonno possono essere di diversi tipi. Si possono riscontrare difficoltà nell'iniziare il sonno oppure problemi misti di inizio e di continuità. I bambini possono anche manifestare un'eccessiva sonnolenza o difficoltà a sviluppare ritmi di sonno-veglia regolare e prevedibili. Inoltre molti fattori, come coliche infantili, la dentizione, febbri, etc, possono influenzare la qualità e l'andamento del sonno.

Durante i primi mesi di vita i risvegli notturni sono molto frequenti, ma possono essere considerati non problematici a seconda della capacità del bambino di riaddormentarsi dopo il risveglio. Il risveglio è da considerarsi problematico solo se associato ad una risposta di segnale di disagio.

Nell’infanzia l’insonnia viene diagnosticata quando è presente una difficoltà ad addormentarsi e/o la presenza di risvegli multipli notturni. Nel bambino il sonno è un processo in evoluzione, in via di stabilizzazione, per cui si può facilmente instaurare l’insonnia, legata alla gestione dell’addormentamento e dei risvegli notturni da parte dei genitori. Il segnale più importate dell’insorgenza di un disturbo di inizio e mantenimento del sonno è l’incapacità del bambino a riaddormentarsi autonomamente.

L’insonnia nel bambino può essere causata da molteplici fattori: cause organiche, problemi psicosociali, patologie della relazione bambino-genitore, fattori genetici, prematurità, disturbi psichiatrici nelle figure genitoriali.

Nella prima infanzia possono verificarsi due problemi relativi all'avvio del sonno. In alcuni bambini il momento di andare a dormire può suscitare la preoccupazione di allontanarsi dal genitore, in quanto l'ansia di separazione dai genitori diventa intensa. Spesso il genitore risponde in modo disfunzionale, cercando di fare addormentare il bambino tra le braccia, o portandolo nel lettone. Queste modalità alla lunga non agevolano lo sviluppo dei meccanismi autoregolativi del bambino.

Le parasonnie sono dei disturbi del sonno in cui l'attivazione motoria e/o automatica interferiscono con il sonno e sono di diverso tipo. Il terrore notturno è un episodio della durata di 1-15 minuti in cui il bambino si sveglia mostrandosi terrorizzato e agitato. Può parlare in modo incoerente, piangere o gridare. In realtà il bambino non è sveglio e quindi inconsapevole. Generalmente questo disturbo, se la sua frequenza e persistenza non sono elevate, viene superato con l'età e il genitore non deve ricorrere ad un intervento specifico. Gli incubi ricorrono spesso nell'ultima fase del sonno e di solito terminano con un risveglio associato a rapido ritorno alla vigilanza. Infine, il sonnambulismo è uno stato di coscienza alterata in cui sono presenti contemporaneamente fenomeni del sonno e della veglia. Spesso non vi è ricordo dell'evento, anche questo disturbo tende a scomparire con l'età.

La sindrome di apnea notturna, invece, è caratterizzata da un'ipoventilazione che sveglia il bambino. Il risveglio comporta una regolazione della respirazione e il riaddormentamento. Questa sindrome può anche essere determinata da un'ostruzione meccanica delle vie respiratorie superiori. I bambini che ne soffrono mostrano sonnolenza, stanchezza e difficoltà attentive durante il giorno.

Per migliorare il sonno del bambino spesso è sufficiente intervenire su alcune abitudini di vita e sui fattori ambientali (il rumore, la temperatura nella stanza, la luce nella stanza, ecc.), applicando i principi di igiene del sonno (aiutare il bambino ad associare il sonno con il suo lettino, mantenere costanti gli orari di addormentamento e risveglio, mandare il bambino a dormire già sazio). E' possibile prevenire i disturbi del sonno instaurando un rituale fisso, che il bambino assocerà con il momento per rilassarsi ed andare a dormire. E' consigliato mettere il bambino a letto ancora sveglio in modo da lasciargli il tempo di addormentarsi da solo.

La tecnica del "minimal checking" consiste nel lasciare la stanza ma tornare a controllare il bambino ogni 2-3 minuti, anche se non piange, parlandogli dolcemente e uscendo di nuovo dalla stanza, fino a che non si addormenta. Questa tecnica rassicura il bambino dalla paura di essere abbandonato e aiuta la progressiva separazione. La tecnica dell'estinzione graduale consiste nel cercare di ottenere il comportamento desiderato tramite piccole conquiste successive, come abituare il bambino alla progressiva distanza dai genitori al momento di andare a letto o durante i risvegli.

Alcuni bambini hanno paura del buio. Una piccola luce gli permette di controllare l'ambiente circostante.

Con la tecnica dell'estinzione vengono rimossi i comportamenti errati all’addormentamento, evitando di intervenire quando il bambino si risveglia la notte piangendo. Il disturbo del sonno può avere conseguenze importanti per la salute fisica e psicologica, e se si cronicizza si possono instaurare disturbi del comportamento diurno, disturbi dell’umore, facile affaticabilità diurna e deficit di concentrazione, disturbi della memoria e dell’apprendimento, deficit di crescita a causa della ridotta produzione dell’ormone della crescita, ed inoltre stress famigliare causato dalla deprivazione di sonno nei genitori.

Tuttavia è importante rassicurare i genitori sulla transitorietà del disturbo. Imparare alcune tecniche di rinforzo e di estinzione di alcuni comportamenti e instaurare una routine fissa della fase di addormentamento sono piccole strategie che spesso risultano risolutive del problema. Il bambino gradualmente imparerà a sostituire alla sua ansia un atteggiamento sereno e il “momento della nanna” diventerà l'esito normale della giornata.

“I sogni son desideri, di felicità” Cenerentola